Fobia sociale e timidezza sono due termini spesso utilizzati in modo intercambiabile. Perché? E quali sono le differenze?
Se ci soffermiamo a pensare, probabilmente a molti noi verrà in mente almeno un episodio della nostra vita in cui abbiamo avuto il timore di “fare una figuraccia”. La timidezza è una caratteristica molto frequente nelle persone e coinvolge aspetti biologici, ambientali, ma anche culturali. Essa deve essere considerata come una varietà delle caratteristiche umane e non deve essere patologizzata.
Non esiste una definizione univoca e concorde di cosa sia la timidezza, essa è un concetto molto complesso e che presenta molte sfaccettature.
La timidezza può essere inquadrata come uno stato affettivo che si accompagna a pensieri, emozioni, e comportamenti caratteristici.
In essa infatti troviamo pensieri relativi al timore del giudizio da parte dell’altro. Le persone timide temono di dire o fare qualcosa per cui potrebbero essere disapprovate. Conseguentemente questi pensieri, che possono essere più o meno consapevoli, si accompagnano a emozioni di vergogna e imbarazzo nelle interazioni sociali. L’ansia che deriva dall’esperire queste emozioni può bloccare la persona timida e renderla inefficace nell’affrontare l’interazione in atto.
Le persone timide quindi tendono a controllarsi molto nelle interazioni, focalizzano la propria attenzione su come appaiono e su come si devono comportare. Di conseguenza tendono a parlare poco e possono risultare goffe e impacciate.
Questa caratteristica può generare sofferenza nel momento in cui la persona può incontrare delle difficoltà nello stringere nuove relazioni, siano esse amicali oppure romantiche.
Nella maggior parte dei casi però le persone timide, pur avendo più difficoltà in alcuni contesti sociali, sono in grado di vivere una vita soddisfacente, sia da un punto di vista relazionale che lavorativo.
La timidezza diventa un problema quando è eccessiva e crea un disagio significativo, ossia arriva a compromettere il funzionamento della persona nei diversi ambiti della sua vita.
In questi casi la timidezza potrebbe essere un sintomo di un problema più serio e strutturato, la fobia sociale. La fobia sociale rientra all’interno del DSM 5 tra i disturbi d’ansia, e si caratterizza come un’intensa e persistente paura che l’individuo sperimenta in situazioni sociali.
Spesso questo disturbo esordisce durante l’infanzia e l’adolescenza, per poi consolidarsi con l’età adulta.
Gli elementi fondanti del disturbo di fobia sociale sono: la paura e l’evitamento. Vediamo ora questi due aspetti più nel dettaglio.
La paura è un’emozione che viene esperita quando un individuo si trova di fronte ad un potenziale pericolo. Essa è fondamentale per l’uomo in quanto attiva l’organismo e lo prepara a fronteggiare il pericolo. Nella fobia sociale però essa è prorompente ed è del tutto sproporzionata rispetto alla situazione da affrontare.
Il secondo elemento cardine della fobia sociale è l’evitamento, che concerne la strategia messa in atto per riuscire a gestire questa paura. La persona che manifesta questo tipo di sofferenza trova come unica efficace soluzione al suo problema il ritiro sociale e l’isolamento.
Inoltre spesso persone che si trovano ad affrontare questa problematica manifestano anche un’intensa ansia anticipatoria delle situazioni sociali che dovranno affrontare. Essa viene sperimentata attraverso tutta una serie di sintomatologie fisiche quali palpitazioni, nausea, cefalea, disturbi gastrointestinali ecc.
Quando la fobia sociale riguarda persone giovani, trascurarla può portare all’aumento del rischio di abuso di sostanze, soprattutto alcol, con finalità autoterapeutiche (Torvik, 2019). In altre parole, per riuscire a gestire queste paure, si assumono sostanze che aiutano ad allentare la tensione e disinibire l’organismo.
Quindi cosa si può fare nel caso in cui la qualità della vita di una persona risulti compromessa dal significativo disagio dovuto alla fobia sociale? Potrebbe aiutare ricercare il supporto di un professionista della salute mentale. Un percorso insieme può risultare utile per cercare di costruire insieme un percorso di maggior consapevolezza e rafforzamento delle proprie vulnerabilità.